La migrazione applicativa al cloud:
è il processo di spostamento di applicazioni software da un ambiente on premise (locale) a un ambiente cloud (remoto), gestito da un provider di servizi cloud. Lo scopo della migrazione applicativa al cloud è di sfruttare i vantaggi offerti dal cloud computing, come la riduzione dei costi, la scalabilità, la flessibilità, la sicurezza e l’innovazione.
Per fare una migrazione applicativa al cloud, ci sono alcuni passi da seguire:
- Valutare le applicazioni da migrare: si tratta di analizzare le caratteristiche, le dipendenze, le prestazioni e i requisiti delle applicazioni da spostare al cloud, per stabilire la fattibilità, i benefici e i rischi della migrazione.
- Scegliere il tipo di cloud e il modello di servizio: si tratta di decidere se migrare le applicazioni verso un cloud pubblico, privato o ibrido, e quale livello di servizio utilizzare tra Infrastructure as a Service (IaaS), Platform as a Service (PaaS) o Software as a Service (SaaS).
- Scegliere la strategia di migrazione: si tratta di definire il metodo e gli strumenti per trasferire le applicazioni al cloud, in base alle esigenze e agli obiettivi. Alcune delle strategie più comuni sono: lift and shift (spostare le applicazioni senza modifiche), replatforming (adattare le applicazioni alle caratteristiche del cloud), refactoring (riscrivere le applicazioni per sfruttare le funzionalità del cloud), repurchasing (sostituire le applicazioni con soluzioni cloud native), retaining (mantenere le applicazioni on premise) o retiring (eliminare le applicazioni obsolete).
- Eseguire la migrazione: si tratta di effettuare il trasferimento delle applicazioni al cloud, seguendo un piano dettagliato e testando la correttezza e la compatibilità delle applicazioni migrate.
- Ottimizzare e monitorare le applicazioni: si tratta di verificare e migliorare le prestazioni, la qualità, la sicurezza e l’usabilità delle applicazioni nel cloud, sfruttando le potenzialità del cloud computing e risolvendo eventuali problemi.
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